di: Andrea Camilleri
Formato: copertina flessibile
Pagine: 248
ISBN-13: 978-8838910982
Editore: Sellerio Editore Palermo (6 aprile 1995)
ISBN-13: 9788838910982
Data di acquisto: 30 giugno 2020
Letto dal 7 al 14 ottobre 2020
----- Sinossi -----
Camilleri inventa poco delle vicende che trasforma sulla pagina in vorticosi
caroselli di persone e fatti. Qui il fatto vero, conosciuto dalla celebre
Inchiesta sulle condizioni della Sicilia del 1875-76, è il susseguirsi
di intrighi, delitti e tumulti seguiti alla incomprensibile determinazione del
prefetto di Caltanissetta, il toscano Bortuzzi, di inaugurare il teatro di
Caltanissetta con una sconosciuta opera lirica, Il birraio di Preston.
E anche in questo attenersi al fondo di verità storica c'è probabilmente un
senso preciso: in Sicilia non serve attendere che la storia si ripeta per
avere la farsa. La storia, per i siciliani, si presenta subito, al suo primo
apparire, con la smorfia violenta e assurda della farsa.
----- L'incipit del libro -----
Era una notte che faceva spavento, veramente scantusa. Il non ancora decino
Gerd Hoffer, ad una truniata più scatasciante delle altre, che fece trimoliare
i vetri delle finestre, si arrisbigliò con un salto, accorgendosi, nello
stesso momento, che irresistibilmente gli scappava. Era una storia vecchia,
questa della scappatina di pipì: i medici avevano diagnosticato che il
picciliddro era lento d’incascio, cioè di reni, fin dalla nascita e che quindi
era naturale che si liberasse a letto. Ma il padre, l'ingegnere minerario
Fridolin Hoffer, da quell'orecchio mai aveva voluto sentirci, non si dava pace
d’avere messo al mondo un figlio tedesco di scarto, e quindi sosteneva che non
si trattava di cure ma di kantiana educazione della volontà, per cui ogni
mattina che Dio mandava in terra si metteva a ispezionare, sollevando coperta
o lenzuolo a secondo di stascione, il letto del figlio e, infilata la mano
inquisitoria, al subito immancabile vagnaticcio reagiva con una potente
timbulata al bambino la cui guancia colpita a vista d'occhio pigliava a
gonfiarsi come un muffoletto di pane ad opera di lievito di birra.
----- La mia recensione -----
"Vogliamo mannàrisi a farsi fottere il mondo? Eccomi in prima fila! Ma
pirchì? Per comu? Per quale scascione? Nun me n'importa nenti di nenti.
Appena c'è da fare danno, ruvina, minnitta, mi viene la smania, ci devo
essere puro io".
Come già sapete, sto leggendo tutte le opere di Andrea Camilleri in ordine
cronologico... e questo romanzo, sino a questo momento, è il migliore del
maestro. Che dire…? Un capolavoro in cui si rivela tutto il suo genio e la
sua capacità di "modellare "la lingua italiana.
Il birraio di Preston è un romanzo corale, coinvolgente e divertente (giuro: ridevo
da solo!) contro il potere e l'ordine costituito: infatti, siamo nel
dicembre del 1854 e durante (ma anche prima e dopo) l'inaugurazione del
teatro cittadino di Vigata, assistiamo ad una mezza rivolta popolare in cui,
tra varie divertenti situazioni (alcune al limite del paradosso), succede
veramente di tutto e di più.
Tra i tanti personaggi che affollano il libro, spicca maggiormente la figura
del delegato Puglisi, una sorte di commissario Montalbano ante litteram.
Particolarità molto interessante del romanzo è il fatto che lo si può
iniziare a leggere partendo da qualsiasi capitolo senza che il filo logico
del romanzo stesso ne risenta.
Nessun commento:
Posta un commento